L’esperto risponde (prof. Roberto Sandulli, Presidente CDL in Scienze Biologiche, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”):

C. taxifolia è un’alga verde originaria delle acque tropicali dell’Oceano Indiano, Pacifico e Atlantico. Dagli anni ‘90 ha cominciato a comparire nelle acque mediterranee lungo le coste in prossimità dell’Aquarium del Museo Oceanografico di Monaco, da cui, presumibilmente, è accidentalmente partita la sua diffusione. Da allora si è espansa in gran parte del Mediterraneo. Si tratta di un cosiddetto ‘aquarium strain’, un ceppo molto resistente a crescita rapida che invade praterie di posidonia e altri habitat bentonici costieri. Sono stati effettuati diversi tentativi di eradicazione ma quasi tutti hanno dato esito negativo. Dal Settembre 2008 è stata segnalata la sua presenza anche nella nostra AMP con un piccolo prato rinvenuto ad una profondità di -9.4 m, a Punta Sant’Elia (40°36’6’’ N; 14°24’32.2’’ E). Il prato si estendeva per circa 5 m2, in prossimità di una chiazza di Posidonia oceanica, su un pianoro ricoperto da sabbia grossolana, colonizzata da una vasta e densa prateria di Caulerpa cylindracea.

 

Nonostante nella nostra AMP Caulerpa taxifolia non abbia mai generato grosse criticità, questa nuova segnalazione dell’alga ci mette in allerta per mettere in atto un monitoraggio accurato. Ringraziamo i subacquei che ci hanno allertato.